Il 29 ottobre a Cagliari presso la sede della Giunta regionale in viale Trento, il ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova ha incontrato i rappresentanti della cooperazione per il comparto ovi – caprino, i presidenti dei tre consorzi di tutela del formaggio Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo, e alcuni pastori rappresentanti dei movimenti della protesta di febbraio scorso.
I provvedimenti in discussione che il ministro ha annunciato riguardano i contratti di filiera, la tracciabilità e la programmazione produttiva. Gli interventi che seguono le linee tracciate sono i 10 milioni per il sostegno ai contratti di filiera e l’acquisto delle giacenze di Romano con un fondo specifico di 14 milioni di euro.
Il tavolo è stato coordinato dall’assessora all’agricoltura Gabriella Murgia che ha misurato gli interventi per garantire l’intervento a tutte le parti. In primo piano l’avvio entro il mese di novembre del tavolo ovicaprino nazionale, l’esecutorietà dei decreti attuativi sulle emergenze e il tavolo di discussione a livello regionale in cui si dovrebbe discutere la proposta programmatica della Regione, sollecitata ormai da mesi dalle associazioni aderenti ad Agrinsieme. Ed è proprio in relazione all’incontro avuto col ministro che Agrinsieme esprime il suo disappunto, definendolo confusionario e inconcludente, con troppe presenze e con un’unica assenza importante, quella del presidente della giunta Christian Solinas.
Il rappresentante di Agrinsieme Sergio Cardia, presidente Agci Sardegna ribadisce la necessità di un incontro formale con Solinas, per capire una volta per tutte quali sono le linee programmatiche che questa giunta ha in mente per il settore.
Per Cardia, in merito alla questione del prezzo del latte, la tabella concordata in prefettura a Sassari l’8 marzo deve determinare il saldo della campagna 2018-2019 per gli industriali, mentre per la cooperazione il prezzo si deve determinare in base ai dati effettivi di bilancio per ciascuna cooperativa.
Un’importante richiesta di Agrinsieme riguarda un intervento per rendere subito obbligatoria la comunicazione sui dati produttivi del latte e la denuncia della destinazione del latte trasformato. Inoltre abbiamo chiesto l’applicazione della norma che prevede la scrittura dei contratti dell’agroalimentare, possibilmente pluriennali, in modo che le aziende, in questo caso i pastori sappiano oggi, prima di iniziare, a quanto sarà pagato il latte e quanto dovrà essere conferito al settore industriale.
Cardia giudica negativamente i ritardi sui decreti e afferma: “un’emergenza che sta arrivando a distanza di otto mesi, quando si rischia di intervenire in un quadro economico totalmente cambiato rispetto al passato. Quindi l’intervento sul bando indigenti “oggi diventa di difficile applicazione non essendoci praticamente più giacenze. Inoltre parlare di interventi per l’abbattimento degli interesse sui mutui, dopo che gli agricoltori hanno già provveduto direttamente con il sistema bancario, sembra fuori luogo”. Mentre sui 10 milioni previsti per il sistema filiera ribadisce: “Se il taglio dei progetti è di almeno 4 milioni e considerato che la quota per la Sardegna è del 40% – conclude Cardia – vuol dire che si finanzierà solo un progetto e non si capisce per fare che cosa.
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